lunedì 3 marzo 2014

L'"attacco finale" delle lobby agli oli naturali e ai profumi? Un dibattito mondiale (e il silenzio italiano)

I FATTI
Negli ultimi 15-20 giorni è in corso a livello planetario un acceso dibattito rilanciato dalle notizie sui nuovi regolamenti dell'Unione Europea nel settore dei profumi e della cosmesi più in generale.
 Da lì il dibattito si è subito allargato all'IFRA, il convitato di pietra, l'associazione internazionale nota per le sue eccessive (e per molti sospette) limitazioni e proibizioni di materiali naturali.
Interessante notare come solo in Italia ci sia un silenzio quasi assoluto,con poche eccezioni,su questo intenso dibattito.
Dall'estero:
--Qualcuno parla di fine del profumo naturale
-- qualche blog smorza i toni pur riconoscendo il problema ,
-- chi come Fragrantica decide di presentare la posizione critica titolando sulla "cospirazione",
-- chi come la forte industria francese dei profumi si preoccupa avvisando che il 90% dei prodotti dovrà essere cambiato/riformulato. E ciò potrebbe spaccare il fronte dei grandi interessi. A meno che non trovino accordi fra loro. Una specie di scambio dove entrambi hanno qualcosa da guadagnare.E qualcuno maligna che le nuove regole UE imposte ai produttori di certificare i profumi con analisi da pagare, esperti certificatori che si assumano le responsabilità, ecc siano clausole costose e complicanti messe per sfoltire la concorrenza dei piccoli produttori indipendenti alle grandi case...

Il timore è che la filosofia IFRA (e degli interessi di alcuni giganti dell'aromachemical che le stanno dietro) nei fatti riesca a passare anche a livello UE, mentre fino ad ora era egemone oltreoceano.
In sintesi, molti fra i più critici di questa cosa, vedono un disegno che viene da lontano e che punterebbe a sostituire gli oli naturali con sostanze di sintesi prodotte da molte delle grandi marche aderenti all'IFRA. O comunque,imporre limitazioni agli usi in modo tale che alla fine si debba comperare da quelle case i prodotti (magari muschio "filtrato" dalle molecole presuntamente tossiche o irritanti/sensibilizzanti o cancerogene, agrumi ,legni, fiori e balsami rettificati /detujonizzati /dechetonizzati /deterpenati ,ecc.ecc).
Se si pensa che solo il mercato mondiale della profumeria ammonta a 35/40 miliardi di dollari (cui andrebbe aggiunta la cosmesi con creme ,oli e vari per mani/viso/corpo,shampoo,detergenti,ecc.) in crescita , è facile capire qual'è la posta in gioco dietro l'apparentemente astrusa questione "naturale vs. sintetico".
Gli elementi contestati passerebbero dagli attuali 26 a circa 90/100,compreso l'olio di rosa (già limitato per alcune singole molecole) o il precedentemente innocuo legno di sandalo.
Anche le procedure di test di laboratorio per la rilevazione dell'allergia ed altro sono contestate nella loro validità scientifica. Nei nuovi test andranno anche a cercare dei potenziali "perturbatori ormonali". L'impressione è che vogliano davvero arrivare a "trovar qualcosa" che fa male, per forza, in tutti gli ingredienti naturali che gli conviene.
E, maligna qualcuno, non sarebbe la prima volta che gli scienziati e gli studi siano condizionati...
Non ha torto chi afferma che mettere solo un'etichetta di avvertenza per dei killer micidiali come fumo ed alcool e poi non fare lo stesso coi profumi e gli oli naturali, sia una follia.
 Ma il denaro e gli interessi superano la logica.


LE REAZIONI
 --Qualcuno apre pagine Facebook allarmate in difesa della profumeria tradizionale
--Qualcuno scrive lettere aperte appassionate alla consultazione pubblica aperta dall'UE nei prossimi tre mesi per avere pareri su queste cose ( li leggeranno?)
--Altri mandano direttamente il parere (non si ha notizia di mail-bombing organizzato) all'UE all'apposito  indirizzo mail  a disposizione che si trova quasi in fondo a questa pagina.
--Altri postano sui blog inviti a boicottare i nuovi profumi e ad acquistare solo i vintage o quelli fatti con alta percentuale di oli naturali e ad aprire un sito mondiale di protesta

Probabilmente, l'approccio più sensato e di vera difesa del consumatore e non di altri interessi, è quello di vietare solo le cose scientificamente cancerogene/genotossiche e solo se pericolose nella misura usata mediamente da una persona che si profuma E non, attaccandole in cerotti sulla pelle con dosi massiccie per settimane come fanno nei  test.
 E per il resto lasciare il libero uso mettendo solo un'etichetta di avvertenza dove sono contenuti forti allergeni o che possono sensibilizzare se usati con continuità.
E la profumeria dovrebbe iniziare a specializzarsi come fanno in altri settori,facendo linee apposite per gli allergici,per le donne incinte,ecc.
Questa è razionalità, ma si sa che il potere del denaro è spesso più forte della razionalità...

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